La recente acquisizione all’uso pubblico dell’isola dell’Asinara rappresenta una grandissima occasione di sviluppo per Porto Torres, Stintino, Sassari e per gli altri Comuni della zona, non meno di quanto l’Arcipelago di La Maddalena ha rappresentato a suo tempo per la Gallura e per tutta la Sardegna. Si può infatti contemplare un nuovo polo turistico del Golfo di Asinara ed il conseguente rilancio economico di tutta la Provincia.
Tuttavia, invece di sfruttare appieno quest’occasione, sembra che si stia facendo di tutto per impedire che possa decollare nel modo ottimale, aggiungendo dei nuovi orrori ambientali e visivi a quelli già esistenti, costituiti dai bruttissimi ed inquinanti impianti industriali di Porto Torres.
Leggo infatti, con molto disappunto che si sta proponendo la costruzione di un rigasificatore e di ulteriori pale eoliche a Porto Torres, quando invece sarebbe meglio smantellare o spostare tutti gli impianti in altre zone industriali, lontane dalle coste. In tal modo si eliminerebbe dal Golfo di Asinara e dalle rotte del diporto turistico, il via vai delle navi cisterna.
Oltre ad essere altamente antiestetici, questi impianti industriali sono anche altamente inquinanti. Le brutte ciminiere fumanti sono visibili da ogni angolo dell’Asinara, da Stintino e perfino da tutto il Golfo, ma il turismo di qualità, che è la vera vocazione della Sardegna, è incompatibile con l’industria pesante e non possono convivere l’uno accanto all’altro. Quindi bisogna fare una coraggiosa scelta.
In questa zona abbiamo la fortuna di avere delle attrazioni turistiche di prim’ordine a livello mondiale: il mare della Pelosa, la meravigliosa isola dell’Asinara con i suoi importanti manufatti carcerari, il paesino di Stintino con i suoi porticcioli di barche a vela latina, le chilometriche spiagge bianche del Golfo di Asinara, l’affascinante città medievale di Castelsardo e la recente scoperta della grandiosità dell’antica città Turris Lybyssonis proprio nel centro di Porto Torres, che promette di rivaleggiare per importanza con Ercolano. Il tutto è ben servito da una rete autostradale, dal porto passeggeri di Porto Torres e dall’aeroporto internazionale di Alghero.
La ricetta vincente, a mio parere, sarebbe l’eliminazione (o lo spostamento all’interno) di tutti gli impianti industriali di Porto Torres, la bonifica dei terreni, la costruzione di una grande marina e di un grande cantiere nautico, di campi da golf ed alberghi di 4 e 5 stelle, nonché lo scavo e il rinvenimento delle zone archeologiche. Il ritorno economico e la valorizzazione di tutto il territorio circostante può giustificare ampiamente i costi di riconversione.
E’ soltanto con questi interventi di bonifica del territorio e l’avviamento di un turismo di alto livello, che si potrà trarre il massimo vantaggio da queste preziosissime risorse naturali e storiche, che ci offrono un’ottima opportunità che non possiamo permetterci di perdere – e bisogna agire prima che sia troppo tardi.
Chiedo quindi l’intervento urgente dell’Autorità, per sospendere qualsiasi nuovo installazione industriale a Porto Torres e di studiare la fattibilità dello spostamento dell’esistente e la realizzazione di infrastrutture turistiche che sicuramente incrementeranno e riqualificheranno i posti di lavoro, con un ben superiore indotto in tutti i settori tradizionali dell’economia sarda.
Sarebbero così garantite la salute degli abitanti di Porto Torres, una loro migliore qualità della vita ed una maggiore prosperità per la Provincia e per la Sardegna intera.
Lorenzo Camillo
15 Ottobre 2006
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