Filippo Bacciu - Vescovo di Ozieri

  

Lettere Pastorali

Mons. Bacciu scrisse numerosissime lettere pastorali, oltre un centinaio, in cui si trovano citazioni senza numero della Sacra Scrittura, brani di Santi Padri, allegorie e paragoni tolti dall’immenso spettacolo della creazione in cui vedeva le misteriose impronte dell’eterno Autore. Esse hanno sempre lo scopo nobilissimo di far del bene alle anime, le quali in mezzo a tante aberrazioni individuali e sociali, sentivano più che mai vivo il bisogno di essere guidate alla conoscenza del vero e all’esercizio delle virtù. Tutti i suoi scritti, nella loro semplicità, toccano i sublime e vanno uniti ad una bellezza e agilità di pensiero, che rivelano in lui una mente geniale e una ricca fantasia.

Nel 500 anniversario della definizione dogmatica dell’immacolato concepimento di Maria, scrisse: « Se tutti i figli della Chiesa, sparsi in ogni angolo della terra, hanno motivo di sperare l’aiuto supremo di Maria Immacolata, con maggior ragione dobbiamo sperarlo noi figli di questa Diocesi, la quale deve per tanti titoli chiamarla sua. Maria Immacolata infatti e la titolare di questa città, la patrona di questa Dio­cesi. Maria, fu costantemente onorata dai nostri antenati, circondando Ozieri di chiese a Lei dedicate.

Maria è oggi glorificata con culto universale e nelle chiese, e nelle case, e nelle campagne nel mese a Lei sacro; Maria è invocata e onorata lungo l’anno con molteplici feste e solennità sotto i titoli a Lei più cari e onorifici.

Queste dimostrazioni continuate di affetto e di lodevole devozione ci assicurano il privilegio di poterci chiamare in modo speciale figli suoi, popolo suo. In compenso dell’onore che Vi rende, o Maria Immacolata, la Diocesi di Bisarcio, Vi preghiamo... allontanate da queste care popolazioni l’alito impuro della corruzione pure conservandole di mente e di cuore; allontanate l’indifferenza che agghiaccia i cuori; rinserrate negli abissi infernali lo spirito diabolico della miscredenza.

Vergine Immacolata, non disdegnate di volgere uno sguardo ai pochi traviati, che, naufraghi di un mare di vizi e avvolti nella tenebre dell’errore, provocano l’ira divina e l’armano di flagelli, Deh, quel perdono che sulla Croce invocò il Vostro Figlio sui suoi crocifissori, scusandoli col dire «nesciunt quid faciunt» questo perdono implorate Voi, o Madre pietosissima, per questi novelli giudei i quali ancor essi non sanno quel che fanno.

Questa è la vendetta che imploriamo con Davide sopra i nemici del Vostro Divino Figlio, che Egli voglia cioè dominare sopra di loro: «dominare in medio inimicorum tuorum» dominare non già per stritolarti ma dominare sui loro cuori per vincerne la durezza e l’ostinazione, dominare per convincerli da nemici in sinceri amici «ut qui alieni sunt, tui esse incipiant». (quelli che appartengono ad altri incomincino ad essere tuoi).

In altra pastorale parla «dell’obbligo gravissimo che ha ognuno di insegnare il Catechismo specialmente ai fanciulli e fanciulle della presente generazione, la quale, crescendo priva di tale istruzione, non fa che correre verso l’abisso degli errori, i quali inesorabilmente traggono seco la dissoluzione della famiglia, e per conseguenza della società religiosa e civile ».

Raccomanda caldamente ai Parroci perché «con zelo costante adempiano l’importantissimo dovere di istruire i fedeli nella verità della fede; essendo ciò uno fra i principali annesso ai loro nobilissimo ufficio: dovere con tanta insistenza e premura raccomandato e imposto dalle leggi ecclesiastiche, sotto pene anche gravissime contro i negligenti.

Altrove parla del progresso. «nessuna età, nessun altro tempo ha ricevuto doni più grandi di quelli dei nostri tempi. La nostra età ha esultato ammirando le più inaspettate e sublimi scoperte: la fisica, la chimica, la geologia, la storia, la filologia, la linguistica, che rivelano o scoprono cose affatto ignote ai nostri padri; strade ferrate che avvicinano le distanze: telegrafi con fili e senza fili che volano con la velocità del pensiero; montagne traforate o spianate: aperti canali che congiungono mari, ecc. aspettando ora che giunga il giorno in cui sarà possibile viaggiare nell’aria meglio che non sulla terra o sui mari.

«Pare che lo straordinario non meravigli più nessuno. Senza dubbio il nostro tempo in seguito a tali scoperte e invenzioni doveva essere più felice. «Eppure non è così. Cosa è mancato per esserlo? Dio.

Questo vuoto si è tentato di colmarlo col genio, colla scienza, colle scoperte; inutilmente si sono escogitate mille teorie sociali, ma invano.

Il secolo non potrà essere felice perché gli manca la vera fonte della felicità. Dio. Ove non si fa sentire la voce di Dio, tutti vedono che va crescendo il disordine civile e morale, che sta prendendo vaste proporzioni.

L’anarchia negli ordinamenti tanto civili che morali si estende minacciando un avvenire spaventevole. Non ci facciano illusione. E’ chiusa la scuola che insegna a conoscere Dio e la strada che va alla Chiesa?

                                                
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