Mi unisco al grido di Giovanni Lilliu nel suo articolo apparso recentemente nella Nuova Sardegna: "E' tempo di finirla con la cementificazione del territorio costiero, la dispersione fisica degli insediamenti a catena, l'anarchia edilizia, il fare e disfare a volontà, l'aggressione della natura..."
Aggiungerei comunque che il progresso economico della Sardegna non deve arrestarsi, ma i nuovi insediamenti, che sono necessari al raggiungimento della sua principale vocazione turistica, devono essere in sintonia con l'appello di Lilliu. E qui vorrei spezzare una lancia a favore del Master Plan della Costa Smeralda, viste le molte inesattezze che girano sul suo conto e le molte critiche ingiuste.
Il Master Plan è frutto di uno studio dettagliatissimo durato oltre 15 anni, che ha esaminato minuziosamente ogni aspetto, soprattutto riguardo all'impatto sull'ambiente. Non è vero che è supportato solo da qualche pagina di relazione, come ho letto nei giornali, ma è corredato da volume e volumi di studi e rapporti autorevoli, sulla tutela ambientale, paesaggistica, flora, fauna, sugli aspetti socio-economico, culturali ecc.
La Costa Smeralda è famosa in tutto il mondo per la cura ed il rispetto della natura che hanno avuto i suoi promotori. Infatti vengono decine di delegazioni ogni anno da ogni parte del mondo presso l'Ufficio Urbanistico della Costa Smeralda, per esaminare e copiare la sua struttura, regolamenti ed architettura: da Germania, Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna, Grecia, Stati Uniti d'America, Giappone, Turchia, Egitto, Australia, Russia, Oman, Tanzania, Filippine, India e Pakistan.
Tengo a precisare che non sono parte direttamente in causa, ma sono un attento osservatore che vuole partecipare al benessere generale che il completamente della Costa Smeralda porterà a tutti gli abitanti dell'isola.
Se il dibattito "Master Plan sì, Master Plan no" deve essere obiettivo, è necessario che tutte le verità finora segrete della Costa Smeralda escano all'aperto. La verità principale è che la Costa Smeralda è una macchina che produce lavoro e benessere sociale per tanta gente, non solo per il promotore originale (anzi, mi risulta che lui è l'unico che ancora non ci ha guadagnato niente) e tutto nel rispetto dell'ambiente.
Molti critici della Costa Smeralda non sanno che c'è un indotto enorme che gira attorno ad ogni villa della Costa Smeralda, con tanto lavoro e guadagno per un mare di gente, non solo da Olbia ed Arzachena, ma per tanti altri paesi nel raggio di 60 km. Ma c'è anche tanto lavoro per imprese e maestranze da paesi più lontani, da Sassari, Nuoro e Cagliari. Basta vedere le file interminabili di traffico il mattino presto sulle strade provinciali che portano alla Costa Smeralda da tutte le direzioni; ci sono perfino pulmini pieni di operai che arrivano da Cagliari ogni lunedì mattina, per ritornare a casa il venerdì pomeriggio.
Un' altra verità è che gli artigiani e le maestranze delle imprese edili locali , hanno raggiunto un altissimo livello tecnico ed artistico e sono ricercatissimi per le loro opere. Infatti un famoso architetto porta la sua squadra ai quattro angoli della terra per realizzare altre opere da sogno, che sono monumenti alla bravura dell'artigianato sardo, di maestranze perfezionatesi nella scuola dei cantieri della Costa Smeralda.
Non è vero poi, che ai sardi si riservano solo lavori umili; il 90% degli impiegati e dirigenti della Costa Smeralda sono sardi e quel 10% restante è composto di persone che sono diventate sarde di adozione, essendo residenti qui da una vita e spesso sposate con sardi.
In Costa Smeralda ogni villa di medie dimensioni, costa al proprietario circa cento milioni all'anno, tra consumi di acqua, giardinaggio, pulizie, riparazioni, ICI, quote Consorzio ecc. Quando si aggiungono le spese della vacanza, il cibo, le bevande, il ristorante, la discoteca, la barca, il marinaio, ecc. si arriva ad oltre centocinquanta milioni, che vengono lasciati in Sardegna ogni anno da ogni villa.
Ma questo è niente in confronto alle ville grandi, dove si lasciano in Sardegna soldi a palate - con spese milionarie nei supermercati e nei ristoranti, taxi a completa disposizione per l'intera vacanza, ricchi acquisti nei negozi e spese enormi nell'abbellimento della casa e degli arredi. Ogni dieci anni circa, queste ville cambiano proprietario e vengono completamente ristrutturate, altro lavoro per le imprese - so di una villa, non particolarmente grande, che è stata ristrutturata per una spesa di due miliardi e mezzo! Tutto lavoro redditizio per le imprese locali, operai, fornitori.
Notate bene però, che questa manna non viene dal turismo di massa, gli appartamenti non rendono tanto quanto le ville ed è su questo punto che dovremo fare le nostre scelte, non solo per la Costa Smeralda, ma su quale tipo di turismo vogliamo per tutta la Sardegna. Badate che il turismo di massa significa l'invasione di orde inquinanti, che acquistano solo cartoline, mentre il turismo di qualità porta gente benestante che fa i viaggi all'interno della Sardegna, che spende, che acquista tappeti, artigianato, cibo, vino ecc. da portare via.
La Costa Smeralda però così com'è, zoppica, funziona solo due mesi l'anno e questo non è sufficiente per una sana economia e la crisi attuale ne è testimone. Infatti servirebbero quelle strutture che le permetterebbero di vivere e lavorare tutto l'anno e cioè i campi da golf, con centro congressi, altri alberghi ed altre case, in modo da arrivare a quel punto critico di abitanti, tale da consentire ai negozi di restare aperto tutto l'anno. Il Master Plan prevede tutto questo, compresi altri quattro campi da golf, con un indice di costruzione basso, circa metà di quello attuale.
Per quanto concerne i campi da golf, ho già scritto in un precedente articolo, che i paesi nostri diretti concorrenti, Spagna e Portogallo, si sono già attrezzati, con 57 campi da golf in Andalusia e 24 campi in Algarve, con turismo tutto l'anno, mentre in Sardegna abbiamo un misero numero di tre campi e turismo sì e no due mesi l'anno! Ora nessun imprenditore fa beneficienza e la costruzione dei campi da golf è giustificabile economicamente solo se si possono costruire delle ville sui terreni adiacenti che vengono valorizzati dai campi da golf. Però è assurdo criminalizzare sviluppi di questo genere urlando "colata di cemento", quando in realtà si tratta di ville immerse nel verde, su terreni altrimenti improduttivi.
Le conclusioni sono ovvie: dobbiamo puntare su un turismo di qualità, con insediamenti ben programmati, nel rispetto della natura e con strutture in grado di farli vivere tutto l'anno. In questo modo le ricadute economiche saranno durature ed estese a tutta la Sardegna. Il Master Plan della Costa Smeralda è sicuramente l'intervento più meritevole di un consenso generale, per il bene di tutti.
Porto Cervo, 27 Settembre 1996
Dr. Lorenzo Camillo
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