C’è un grande flusso di barche a vela proveniente dai freddi mari del nord Europa che si dirigono attraverso lo Stretto di Gibilterra per solcare le acque dell’affascinante Mar Mediterraneo. Le tappe obbligate di questo movimento Ovest verso Est sono Gibilterra, Mallorca nelle Baleari, Malta e per finire a Marmaris in Turchia, dove si trova ormeggio sicuro, riparo per l’inverno e tutti i necessari servizi di riparazione e forniture. Con il vertiginoso aumento delle barche in questi ultimi anni (se ne costruiscono migliaia ogni anno in Europa) nei pur ampi marina di questi grandi centri marini, i posti liberi sono ormai completamente esauriti. A Gibilterra sono 1000 i posti barca, a Mallorca ben 9000, a Malta 1300 ed a Marmaris 2500, in aumento.
Cagliari, che è strategicamente posizionata proprio su questo percorso, ha praticamente niente da offrire, se non una manciata di rudimentali posti barca ed è conseguentemente rigorosamente evitata da questa interminabile processione di barche a vela e di grandi yacht a motore, con perdita immensa di possibilità di lavoro e di guadagno, per tutta la Sardegna. La posizione geografica di Cagliari offrirebbe una base impareggiabile per crociere a vela, comprendendo tutta la Sardegna, la Corsica, la Costa Azzurra, le Baleari, l’arcipelago toscano, quello laziale, la Campania, le Eolie, la Sicilia e la Tunisia, tanto da poter ospitare le stesse barche per parecchi anni.
All’uopo, Cagliari dovrebbe
attrezzarsi delle basi strutturali per ospitare da 2000 a 4000 barche, sia
all’ormeggio in marina, che a terra per l’invernaggio. I grandi numeri
forniscono economie di scala e quindi prezzi competitivi, che riempono i
posti. Inoltre permettono le strutture commerciali di restare aperte tutto
l’anno, dato che c’è sempre un nucleo di armatori che svernano a
bordo delle loro barche o almeno per il tempo di seguire i lavori di
manutenzione e di carenaggio. Indispensabile inoltre, se vogliamo incoraggiare la
navigazione attorno alla Sardegna, costruire tutti i porti che tristemente
mancano, specialmente sulla costa occidentale. Attualmente la
circumnavigazione della Sardegna è pericolosa per la mancanza di riparo e
di porti sicuri ed infatti sono pochissime le barche che lo intraprendono,
con grandi perdite economiche per i nostri paesi costieri. Vedere
articoli: www.l-camillo.com/activity/Articles/rotta.htm Il turismo nautico porta un indotto immenso, avendo necessità di molti servizi e forniture e la Sardegna, se escludiamo la Costa Smeralda, ne è praticamente tagliata fuori. Il grande ed efficientissimo marina Yacht Marin, di Marmaris in Turchia (www.yachtmarin.com), sarebbe un esempio da imitare. Un grande simile marina a Cagliari sarebbe il primo passo fondamentale per il rilancio economico del settore ed avrebbe un successo assicurato, dando lavoro non soltanto per l’ormeggio stesso, ma per tutti i servizi connessi, gruisti, pittori, meccanici, falegnami, velai, tappezzieri, per i lavoratori di acciaio inossidabile, di vetroresina e di carbonio, per le forniture nautiche, lavanderia, ristorante, supermercato, carburante, agenzie pratiche amministrative, vigilanza, guardiani, taxi, nolo auto ecc. Il benessere si estenderebbe a tutti i paesi costieri della Sardegna e per ricaduta, anche all’interno. Lorenzo
Camillo Aprile
2009
l-camillo.com |