Allunghiamo veramente la stagione turistica Risposta all'Ufficio di Gabinetto - Comune Quartu Sant'Elena Egregio Signore, La ringrazio per i Suoi commenti sui miei
suggerimenti per l’allungamento della stagione turistica in Sardegna ed
apprezzo il tempo che ha dedicato all’analisi, dimostrando impegno nel
voler contribuire alla risoluzione di questo grave problema. Riguardo alle difficoltà che Lei segnala, Le
assicuro che non ho mai ritenuto che non ci fossero ostacoli, anche di
notevoli entità, ma ritengo che con l’impegno e la buona volontà di
tutte le forze politiche, tutto si può risolvere. Campi da GolfIn merito alle Sue garbate considerazioni sui campi
da golf, premesso che il turismo è l’attività più adatta in sinergia
con le tradizionali attività del luogo, allo sviluppo socio-economico
della nostra Isola per posizione geografica, clima, bellezze naturali ed
ospitalità della sua gente, mi permetto di ribattere quanto segue. Il golf è oggi considerato essenziale allo sviluppo turistico in ogni parte del mondo. E’ uno sport non legato alla stagionalità come lo sci nelle aree alpine, o la balneazione nell’area mediterranea. La Sardegna per la sua varietà orografica ha
un’infinità di aree adatte sia alla creazione di campi da golf che di
insediamenti turistici, non necessariamente costieri e soprattutto non
esclusivamente estivi. Un ipotetico sistema di 30 campi da golf da 18 buche,
significherebbe utilizzare una superficie complessiva di 1.800 ettari su
una superficie geografica della Sardegna di 2.300.000 ettari;
un consumo di territorio tutt’altro che “notevolissimo”, come
Lei teme. Quanto al “notevolissimo” consumo d’acqua,
vorrei far rilevare che poiché i campi da golf sono in prossimità di
insediamenti abitativi, viene normalmente utilizzata l’acqua proveniente
dalla depurazione dei reflui. Inoltre, un campo di 60 ettari a fini
agro-pastorali per il sostentamento di una o due famiglie, richiede
statisticamente un consumo d’acqua superiore a quello di un campo da
golf che, percontro, può arrivare a dare un sicuro e buon sostentamento a
15 – 20 famiglie, oltre ai benefici derivanti dall’indotto. Quanto alla speculazione e all’abusivismo, è un
problema derivante dall’incapacità (e purtroppo, talvolta, dalla
complicità), delle Amministrazioni locali nel far rispettare leggi e
norme. In tutti i paesi più progrediti i campi da golf e gli insediamenti
ad essi collegati sono in fortissima espansione ma, poiché le
Amministrazioni locali di questi paesi sono in grado di valutare le
proposte di sviluppo e di controllarne il rispetto delle leggi e delle
norme per la salvaguardia ambientale e paesaggistica, non c’è né
speculazione selvaggia, né abusivismo. Le cubature da dedicarci non sono poi così tante; ci
vuole la Club-House, con ristorante, spogliatoi ecc, magari con delle
camere oppure un piccolo albergo. L’importante è che ci sia la
possibilità di costruire delle ville sui terreni confinanti che vengono
valorizzati dalla realizzazione del campo da golf. Ville immerse nel verde
hanno un impatto ambientale basso e rendono molto in termini di indotto
all’economia locale: manutenzione, giardinaggio, custodia, pulizie,
forniture ecc. La loro commercializzazione finanzia il costo del campo. E’ qui che tocca agli amministratori comunali, di
individuare le aree, probabilmente agricole, accertare la loro idoneità
alla realizzazione di un campo da golf e poi passare ad attuare le
relative procedure per adeguare i piani paesaggistici a questa necessità.
Fatto questo, saranno gli imprenditori-finanziatori a farsi vivi, avendo
ora certezze sulla fattibilità urbanistico-amministrativa del progetto. MarinaPer quanto concerne invece i marina, gli ostacoli
sono pur superiori, avendo a che fare con il Demanio Marittimo, con il suo
ben noto atteggiamento borbonico-burocratico, che ostacola il progresso
del Paese e la possibilità del suo popolo a godere il mare, che solo a
parole “è di tutti”. E molte sono state le mie critiche al riguardo. Certo, non sono opere da realizzare con i fondi
comunali, ma anche qui, i Comuni possono facilitare l’iter burocratico,
premendo sulle autorità demaniali e regionali, insistendo
sull’importanza dell’opera per l’economia locale. Gli imprenditori
arriveranno e troveranno essi stessi i relativi finanziamenti, dopo aver
avuto le necessarie certezze amministrative di poter realizzare il marina. Ma attenzione, non facciamo altre cattedrali nel
deserto; i marina devono essere in prossimità dei paesi e di tutti i
servizi di cui hanno bisogno. Ma nei casi in cui questo non fosse
possibile logisticamente, allora bisogna predisporre delle cubature in
loco, per realizzare le officine, i depositi, negozi, bar-ristoranti,
uffici ecc, per rendere il marina efficiente ed anche piacevole
nell’accogliere i visitatori che arrivano in barca. Ricordiamoci, sono
in vacanza, e se si divertono, resteranno in porto più a lungo,
alimentando maggiormente l’economia locale e quella dell’interno della
Sardegna durante le loro peregrinazioni. TrekkingIl trekking è la cosa più facile da realizzare, ed
alla portata finanziaria di qualunque gruppo giovanile: c’è solo da
individuare dei bellissimi percorsi, che fortunatamente non mancano in
Sardegna, ed ottenere eventuali permessi di attraversamento per i terreni
privati; pulire il tracciato dal cisto ed altra vegetazione, installare
delle frecce in legno che indicano la direzione del percorso, la distanza
ed un simbolo indicando il livello di difficoltà. Se proprio vogliamo
eccedere, si può installare ogni tanto qualche rudimentale panca in legno
o pietra, specialmente nei percorsi più facili, adatti agli anziani. Un
depliant con mappe e tariffe ed un sito internet e la cosa è fatta. Spero con questo di aver dato ulteriore spunto per
alimentare le discussioni e possibilmente per far fare qualche passo in
avanti per realizzare dei progetti che ci allungheranno la stagione
turistica in Sardegna. Un cordiale saluto, Lorenzo Camillo 18-10-2010 l-camillo.com |
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