Ebbene,
resta aperta la via delle carceri. Si dirà: vi è il freno delle leggi.
Ma quale effetto si può aspettare dalla sola legge umana, sanzionata
dalla forza materiale, forza che non può trovarsi sempre presente né a
prevenire, né a reprimere le infrazioni delle leggi Altri dicono: basta
l’insegnamento dei doveri di cittadino. Ma che razza di doveri sono
quelli disgiunti da Dio, che deve imporli alle coscienze? Cosa è mai
questo dovere laico, o civile che fa astrazione da Dio Creatore, principio
di obbligazione, sanzionato da una legge eterna, immutabile: da un Dio
Redentore, che insegna i mezzi infallibili per osservare questa legge; da
un Dio a cui non può sfuggire trasgressione alcuna? No, il dovere non può
essere imposto all’uomo che da Dio» Più volte inculca ai genitori l’educazione del figli:
« Padri e madri, bramate che i figli vostri siano la gioia, che allietino
i vostri giorni, onorino il vostro nome, abbiano rispetto a voi,
confortino le vostre ore estreme e siano gli angeli consolatoci della
vostra vecchiaia; che il loro affetto non vi abbandoni al di là della
tomba. Ebbene, non trascurate cura e sacrificio per informarli ai sani e
santi principi della religione. Il dovere di educare cristianamente i
figli è un dovere che ve lo impone la legge naturale, la società: è un
dovere da Dio inculcato rigorosamente e replicatamente in diverse pagine
della Divina Scrittura. Leggete la lettera di San Paolo: «Chi non ha cura
dei suoi inferiori nega la fede ed è peggiore di un infedele»[1] Leggete la lettera agli Efesi, 6, 4, leggete il
Deuteronomio II, 12; leggete l’Ecclesiaste 30, 13; leggete infine tutte
le calde esortazioni che fanno all’uopo i Padri e i Dottori, i quali
vogliono che i genitori siano maestri, pastori, medici dei loro figliuoli,
esercitando con loro l’ufficio di veri Apostoli del Vangelo. «A
voi, o genitori, tocca mettere in tempo nelle mani dei vostri figli il
catechismo, se non volete vederli un giorno gettarsi nel vortice dei
politici sconvolgimenti, dei tumulti di piazza, delle rivolte, e funestare
il paese con dei delitti di sangue, di suicidi, ovvero gettarsi a
capofitto in quei covi di ogni sozzura, ove perdono interessi, fama,
onore, santità; ove contraggono morbi schifosi, puzzolenti, che
corrompono gli umori, infettano il sangue, stemperano la testa, spolpano
le ossa, indebilitano i nervi, abbattono le forze; ove nel fior degli anni
fanno scomparire ogni vivacità, ogni bellezza; che infine li rendono
cadaveri prima di morire; covi infernali di odi, di vendette, di assassini
e d’impenitenza finale. «Pietà dunque vi prenda, o padri, o madri, dei vostri
figli ed anche di voi stessi se avete fede cristiana. Poiché, guai ai
genitori che non curano l’educazione religiosa dei figli! - Un giovine
condotto al supplizio; «Perdono a tutti - esclamò - giammai a mio padre:
ditegli che il figlio sul punto di morire lo maledice, perché lo lasciò
crescere incredulo e libertino, Il buon pastore, dando uno sguardo sulla
società del tempo, domanda «Qual generazione ci ha elargito la società
cresciuta senza religione»? Non si apre un anno giuridico senza che il
Magistrato non tolga ad argomento del suo discorso la delinquenza
specialmente dei minorenni, spaventosamente accresciuta e non la faccia
risalire all’istruzione e l’educazione che viene impartita nelle
scuole. I furti, le risse, i ferimenti, i duelli, gli omicidi, i
fallimenti i processi scandalosi in cui sono coinvolti personaggi
altolocati sono all’ordine del giorno. I partiti si accapigliano, i
socialismo si avanza, la camorra prospera, l’immoralità trionfa, la
corruzione diventa generale... Questi mostri, carnefici dell’umanità tengono per una
provocazione il godere degli altri: quindi essi si credono sempre
infelici, meditano di aggredire i gaudenti. Poco loro importa morire in
casa o in carcere, hanno già imparato che con la morte finisce tutto, ed
oltre la tomba nulla rimane da temere, attendono e colpiscono. Ecco la
storia di Acciarito, Lega, Casserio, Passanante, Bresci, Rubino, e di
altri e altri ridotti alla condizione di belve feroci ». Nel 1900, con apposita pastorale e circolari, raccomandava
caldamente al popolo diocesario, di adoperansi con tutto l’impegno, per
l’acquisto del Santo Giubileo. Nel settembre 1901, scriveva: «Volge a termine il
Giubileo. Siamo lietissimi che la parola di clemenza e di perdono
proferita dal Padre comune dei fedeli sul cadere dell’anno scorso, non
sia caduta in vuoto. Poiché, quasi universalmente accolta dai fedeli di
questa Diocesi, ne commosse le coscienze, e migliaia di disponevano a far
senno pronunziando l’umile «pecavi ». «L’immenso profitto che dal concesso Giubileo hanno
ricavato le anime non poté non negare all’animo Nostro impressioni di
vera gioia e di dolcezza ineffabile. In tale congiuntura, in cui il
Signore ci aperse il tesoro inesauribile delle sue grazie; in quel tempo
di misericordia e di perdono, soavissimo al colmo. Ci riuscì a vedere il
contegno dei fedeli che accorsero dappertutto numerosi a mettere a
profitto quei giorni preziosi, e segnatamente in questa città, ove il
Capitolo Cattedrale, le confraternite, le società religiose fecero
processionalmente le visite ingiunte per l’acquisto del Giubileo,
incedendo per le vie con divoto raccoglimento, nulla curando il rispetto
umano, i giudizi, il disprezzo di quel mondo da Gesù Cristo maledetto e
dalle sue preghiere escluso... «E’ innegabile che tali dimostrazioni furono un
principio di risveglio cattolico e di speranze più liete e floride per
l’avvenire». Indi raccomandava al suo popolo, l’obbligo di
ringraziare il Padre delle Misericordie, il Dio di tutte le consolazioni,
per tanti lumi, aiuti e grazie che si è degnato spargere in questi santi
giorni. Infine raccomanda lo spirito di fortezza nella fede e di
perseveranza nel bene operare e conclude salutari suggerimenti per
mantenersi fedeli alle promesse fatte. In altre pastorali non manca di raccomandare
l’obbedienza al Papa che con S.Tommaso la considera «degna a preferenza
di ognun altra virtù di ogni elogio e di ogni stima».[2] «La nostra vita è una continua guerra contro il mondo,
la carne, gli spiriti infernali. Chi riuscirà vittorioso?. Risponde lo
Spirito Santo: all’uomo obbediente arride la vittoria»[3] «Dobbiamo essere docili ala voce del Papa. Noi dobbiamo
vedere nel Papa Gesù Cristo in terra che i santi non si saziano di
servire, ascoltare, venerare.» l-camillo.com |