I primi albori Il 24 febbraio 1838, a
Buddusò, in una modesta casa del rione Pantana, mentre per i monti
silenziosa cadeva la neve, sincronismo di luce e di candore, nacque un
tenero bambino che ricevette il nome di Filippo. Questo nome era davvero un
presagio di ciò che sarebbe stato più tardi: un'anima d'apostolo. Venne
alla luce il giorno della festa di San Mattia, l'araldo della Giudea e
dell'Etiopia, di cui ne avrebbe in seguito imitato gli esempi e seguite le
virtù apostoliche; fede e zelo. Con pensiero di cristiana sollecitudine,
i genitori, lo portarono al sacro fonte il giorno successivo alla nascita,
nella parrocchia di Sant' Anastasia; ivi conseguiva la dignità di figlio
di Dio e otteneva l'infusione della grazia nel suo tenero cuore che fiorì
come giglio davanti al Signore. Venne battezzato
dall'Arciprete-Parroco Teol. Antonio Muculittu; fecero da padrini il
Sacerdote Giuseppe Pirotti, figlio di Angelo e la Nobil Donna Giuseppa
Puliga figlia del Cav. Giorgio, entrambi nati e residenti a Buddusò. Dio, fin dall' alba
iridescente della vita, gli largì, come del resto a tutta la Sardegna,
una fede viva della quale il suo popolo si gloria. Dai genitori ereditò
quel felicissimo carattere, tutto onestà, energia e spirito di sacrificio
che formò il canavaggio su cui, con la grazia di Dio, andò poi ricamando
il bei diseguo della sua vita. Il fanciullo crebbe in un ambiente favorevole a una moralità
severa. L'indole del ragazzo apparve fino dai primi anni buona e saggia
come di un uomo maturo. L'occhio di Dio si era posato su di lui, che,
nella docile corrispondenza della grazia, si preparava inconsciamente alla
sua missione. Era pieno di vita. L'estrema vivacità della sua infanzia
era un preludio dell'attività straordinaria della sua vita profondamente
religiosa: la grazia non distrugge la Era nipote, per linea paterna, di due sacerdoti che aveveno
lo stesso nome: Filippo Bacchi Farris, dal quale ebbe in regalo, il
territorio che possedeva in regione Teltoro, e Filippo Racciu Cliigbine,
gesuita, valente predicatore, udito con plauso nel continente ed in tutta
la Sardegna : fu vittima della soppresione degli ordini religiosi e morì
in patria lontano, suo malgrado, dal convento. Filippo entrò nelle scuole elementari del paese ai sette
anni. Qui la sua mente incominciò ad aprirsi come bocciolo di rosa ai
primi raggi del sole primaverile. Qui cominciò ed albeggiare il lume della ragione e con
esso ed affermarsi quella dote che rende l'uomo padrone dei suoi atti, la
libertà. Qui faceva tutto il profitto che si poteva, aspettare da un
alunno che ad un ingegno singolarmente sveglialo univa la debita
applicazione. Studiava con sacrificio però con gusto, e questo, dice
tutto. Un poeta lirico tedesco scrive: « soltanto nelle affannose ore di
prova, germoglia la palma che corona il vincitore ». Von
Salis-Seems - Psyches Trauer Riuscì, anno per anno, a por fine al corso delle classi
elementari, meritando sempre gli elogi degli insegnanti, ottenendo sempre
la promozione e progredendo nel bene. « II progresso degli studi - dice il filosofo e moralista
francese, Montaigne, uno dei più grandi prosatori del suo tempo -
consiste nell'essere diventati migliori e più savi». Montagne
- Essais, I, 27 Allo studio della scuola seguiva pure l'istruzione
religiosa che riceveva in vari modi. Anzitutto in casa aveva l'esempio dei
genitori, poi frequentava con assiduità il catechismo parrocchiale e le
lezioni serali di una vecchia catechista, autorizzata dall'autorità
religiosa locale, che spezzava il pane della scienza divina al caldo dei
tizzoni che crepitavano sul focolare domestico. l-camillo.com |