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Circumnavigando la Sardegna 

 

Tharros

Il prossimo riparo dopo Bosa, a 30 miglia, è l’insenatura davanti alle suggestive rovine di Tharros, dove ora sono sistemate delle boe. Quelle più vicine alle rovine sono purtroppo in acqua bassa e quindi si dovrebbe installare una altra fila di boe in acqua più profonda per le barche a vela con maggiore pescaggio. Il lontano marina di Torregrande ha bassi fondali che non ne permettono l'utilizzo ai yacht medi, quindi sarebbe opportuno creare un altro marina in zona, magari nei pressi di Tharros, almeno da poter raggiungere a piedi l'area archeologica.


Le pochissime barche il 13 Agosto, davanti l'ancoraggio piu' bello del mondo

Qui la passeggiata è d’obbligo per visitare le rovine e si scende a terra con il gommone tra fango e alghe putrefatte. Manca un pontile custodito per facilitare l’attracco ed assicurare il gommone e per scendere a terra più facilmente.

Abbiamo passato due notti in questo bellissimo ancoraggio, dedicando una giornata per visitare l’isola di Mal di Ventre, che ne è valsa la pena ed abbiamo capito l’importanza che venga acquistato dalla Regione e preservata tra il patrimonio pubblico. Sarebbe comunque necessario creare un marina nelle vicinanze di Capo Mannu (zona Su Pallosu) per dare un altro riparo lungo il percorso troppo lungo da Bosa (30 miglia).

La bellissima chiesa di S. Giovanni di Sinis, forse la più antica della Sardegna, è presa d’assalto dalle auto e roulottes parcheggiate irriverentemente proprio a ridosso, rovinando uno dei monumenti più importanti di tutta la Sardegna. Ci vorrebbe una maggior diligenza e controllo da parte degli amministratori comunali.


S. Giovanni sommerso dalle auto e roulotte

Buggerru

Dato che Buggerru dista 30 miglia da Tharros, ci vorrebbe anche in questo caso un altro marina a metà strada sulla Costa Verde, nei pressi di Marina di Arbus.

Il porto di Buggerru purtroppo si è insabbiato, quindi se il tempo è buono, uno può stare in rada all’esterno del porto, altrimenti è costretto a proseguire fino a Carloforte, sperando che ci sia luce a sufficienza per evitare di arrivare con il buio. Quindi, il diportista deve sempre programmare bene il viaggio sulla costa occidentale e non dilungarsi troppo a fare il bagno lungostrada, tenendo sempre presente che deve aver il tempo di raggiungere un riparo sicuro per la notte.

A Buggerru ho visto due ignare barche a vela entrare nel porto ed uscire con fatica dopo aver toccato il fondo. Quindi sarebbe opportuno installare un grande cartello all’ingresso del porto, in almeno due lingue, avvisando dell’insabbiamento. Nonostante fosse il 14 Agosto, eravamo soltanto tre barche in rada.

Un tecnico del Comune mi ha informato che forse spostando l‘ingresso del porto si potrebbe evitare l’insabbiamento. Mi auguro che si trovi presto una soluzione per rendere agibile il porto di Buggerru, che è vitale per la sua posizione strategica per il turismo nautico attorno alla Sardegna. Se uno incontra cattivo tempo dopo aver lasciato Bosa, non ha scelta che arrivare fino al prossimo porto sicuro, a Portoscuso o Carloforte a ben 67 miglia!

Comunque ci sono a mio parere alcune insenature che potrebbero ospitare un marina e consiglierei lo studio di fattibilità per accertare tutti i possibili siti attorno alla Sardegna e la costruzione di nuovi porti dove maggiormente mancano. A sud di Buggerru avrei individuato un altro sito adatto alla costruzione di un nuovo porto, a Funtanazza, nelle vicinanze della vecchia colonia di bambini.

Lungo le coste dell’Iglesiente si continua a vedere il solito campeggio selvaggio di roulottes che portano un limitato beneficio all’economia locale e devastazione della natura ed inquinamento e quindi ci vorrebbe delle area attrezzate anche per questo tipo di turismo .

Carloforte

Arrivati a Carloforte si ritorna alla civiltà, marina efficienti, servizi professionali, riparazioni qualificate, un ambiente accogliente e ristoranti a volontà. Ma il rifornimento di carburante rimane ancora un problema su tutta la costa occidentale, fino a Cagliari. Questo problema è particolarmente sentito dalle barche a motore ed andrebbe affrontato con impegno, altrimenti non si espanderà mai il turismo nautico in tutte le coste sarde che resterà privilegio esclusivo della Gallura.  

Calasetta

A sole tre miglia c'é un pittoresco villagio di pescatori ancora da valorizzare, Calasetta, che potrebbe attrare un turismo qualificato. Il suo porto turistico dovrebbe essere maggiormante protetto dal Maestrale, migliorato nelle attrezzature e dragato per consentire di accogliere barche di maggior pescaggio, in quanto attualmente ha solo qualche posto disponibile. Inoltre, il lungomare di Calasetta necessiterebbe di un piu' decoroso arredo urbano. Da notare che anche qui non c'é rifornimento di carburante.  

Teulada

Lasciato Carloforte ci sono diversi splendidi ripari naturali e spiagge da sogno nelle zone militari, che fortunatamente in Agosto sono aperte al diporto, Porto Pino, Cala Piombo, Cala Zafferano (ancoraggio smeraviglioso) e Porto Scudo, ma sarebbe molto meglio se fossero sempre disponibili. Le miglia tra Carloforte e il porto di Teulada sono 25 ed anche questo è un tratto di costa, il più a sud della Sardegna, soggetto a venti forti e mare grosso. Servirebbe un altro porto nel Golfo di Palmas, o a SE di S. Antioco, oppure verso Porto Pino (che attualmente porto non è).

Il porto Teulada è lontano chilometri dal paese e attorno ai i moli di attracco c’è ancora il deserto, neanche un bar!  Invece qui sarebbe urgente la costruzione di tutte le necessarie strutture, bar, supermercato, negozio di nautica ecc. e pompa di carburante, essendo il prossimo punto di rifornimento a Cagliari, a 26 miglia. Il prezzo relativamente alto pagato per l'ormeggio non é giustificato per la carenza dei servizi.


Il porto dei Teulada, senza un bar o negozio

Eppure il sud Sardegna è sulla rotta dei diportisti stranieri che navigano tra la Spagna, Malta, Turchia e Tunisia e fanno tappa obbligata a Cagliari per rifornimenti, ma per la mancanza di porti non sono tentati a soffermarsi e scoprire il resto della Sardegna. Anzi, mi duole ricordare un povero navigatore solitario olandese che nell’Aprile del 2005 durante una tempesta si è disperso nei pressi di Capo Teulada, probabilmente dopo aver colpito uno scoglio non segnalato vicino a Punta di Cala Piombo (38° 53 800N 8° 35 681E), a soli 70 centimetri di profondità che é proprio sulla rotta dei diportisti. È un atto immorale, se non molto peggio, da parte dei responsabili, a non aver ancora provveduto ad installare un segnale su questo pericolosissimo scoglio.

Tra Teulada e Cagliari (26 miglia) non c’é porto che possa ospitare barche di media grandezza, ci sono soltanto due ancoraggi, Cala Malfatano (riparatissimo) e dopo Capo Spartivento, mare permettendo accanto alle affascinante rovine puniche di Nora a Capo Pula. Come Tharros, questa é una tappa importante per il diportista e meriterebbe un suo marina vero e proprio.

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