Il
Nome Camillo
Samotrace è una delle isole più
esterne situata nel mare nord-est della Grecia vicino alla peninsola turca
di Gallipoli. La tradizione considera Samotrace “il santuario degli
Dei”. Qui il re Filippo della
Macedonia conobbe Olimpia dell’Epiro. Se ne innamorò e la sposò. Era
la futura madre di Alessandro il Grande. La leggenda vuole che Dardano, il
legendario fondatore di Troia, veniva da Samotrace e che il suo
discendente, Enea, ne portò il culto a Roma.
Questo diede a Samotrace un particolare interesse per i romani.
Infatti, anche l’imperatore romano Adriano la visitò. La mitologia greca racconta che
l’amante di Samotrace era Elettra, figlia di Atlante. Dopo essersi
accoppiata con Zeus partorì Dardano, Aetion e Armonia. Quest’ultima
celebrò il suo matrimonio con Cadmo sull’isola. Questo
Kadmos, Cadmus o Cadmilus era figlio di
Agenore, re della Fenicia e fratello di Europa, e marito di Armonia, e
padre di Semele. Fu il legendario fondatore di Tebe e colui che uccise il
drago, seminando in terra i denti. Costruì la città di Tebe con
l’aiuto di alcuni dei soldati che nacquero da questi denti. Infine,
Cadmo e sua moglie furono trasformati in serpenti dagli dei. Si dice che Cadmilus abbia
introdotto in Grecia un alfabeto, probabilmente basato su 16 caratteri
provenienti dalla Fenicia. I Fenici erano i primi inventori
dell’alfabeto come lo conosciamo oggi. Appartiene a quella classe di
eroi che succedettero ai regni degli dei e semidei in terra ed erano
genitori ed educatori di mortali. Il suo nome è sicuramente all’origine
del nome Camillo. Una conferma del origine del nome "Camillo" in Samothrace, viene dalla vastissima presenza del cognome "Kamil" nella vicina Istanbul ed in tutta la Turchia. Oggi in Italia il nome
“Camillo” è di solito un primo nome, mentre il cognome “Camillo”
non è comune e coloro che ce l’hanno provengono perlopiù dal Veneto.
Si trovano dei “Camillo” anche nella regione Lazio che con ogni
probabilità risalgono ai “Camillo” del Veneto. Il riferimento romano più
antico riguardante “camillo” deriva dal rituale latino di designare
giovani ragazzi romani ad assistere gli alti prelati durante i riti
sacrificali. Il nesso religioso con Cadmilus della mitologia greca è
significativo. Questi “camillo” dovevano essere di età prepuberale,
di nascita libera, e cioè non schiavi e con entrambi i genitori vivi.
Vestirono tuniche corte con maniche lunghe e portavano i vasi sacri con
l’incenso. Nel palazzo del Conservatori dei musei capitolini di Roma vi
è conservata una statua in bronzo di un “camillo”. E’ sicuramente stato uno di
questi bambini ad essere lentamente riconosciuto da tutti con il nome
della sua professione. Così possiamo dire che è stato questo primo
signor Camillo a fondare la dinastia dei Camillo, che vive tuttora. La prima famiglia Camillo di cui si ha notizia è quella di Marco
Furio Camillo, 403 a.c., e del figlio, Lucio Furio, dittatori romani. Marco Furio Camillo, più volte nominato Console si distinse
come conquistatore allargando notevolmente il territorio romano fino a
conquistare Veio. In seguito Roma fu conquistata dai Galli durante il suo
esilio. Al suo ritorno annullò il trattato di resa con le parole famose,
“La patria viene salvata con il ferro, non con l’oro.”, e quindi i
Galli vennero espulsi con la forza. In seguito venne conosciuto come il
secondo fondatore di Roma. Oggi, a Roma, vi è una fermata della
metropolitana chiamata “Furio Camillo” in suo onore. Suo figlio, Lucio
Furio, fu altrettanto importante nella storia dell’antica Roma. Comunque non ci sono prove o testimonianze che vi possa
essere una linea diretta con
i Camillo di oggi. Tuttavia, il fatto che esistano dei Camillo sia in
Lazio sia in Abruzzo vicino a Roma suggerisce che l’origine della
famiglia poteva in effetti provenire dalla antica Roma. C’è stata anche un ramo della famiglia Camillo in
Liguria: “questa famiglia illustre e nobile che dal dodicesimo secolo ha
avuto un ruolo primario nella vita politica della repubblica ligure”. Un personaggio colorito degno di menzione era Franceschino
da Camilla che costruì la sua fortuna commerciando con Constantipoli.
Nel 1246 affittò a re Luigi IX di Francia due navi per le crociate.
Divenne famoso perché riuscì a far firmare un trattato nel 1267 al
sultano di Constantinopli, riuscendo ad ottenere importanti privilegi per
Genova. Il 2 luglio del 1270 una spedizione privata di 10.000
crociati lasciò Genova, via Cagliary in Sardegna, per compiere
“giustizia cristiana” in nord Africa. Arrivarono in Tunisia e
assediarono la città di Cartagine. Invece i governatori di Genova erano
preoccupati che questi atti di guerra potessero danneggiare le loro
relazioni commerciali con i regni arabi. Nominarono Franceschino da
Camilla capo di tutti i genovesi in Africa. Il suo compito era quello di
governarli “con giustizia”, e ciòè diplomaticamente fare pace,
salvando la faccia dei crociati e riaprendo relazioni commerciali con gli
arabi. Salpò per la Tunisia arrivando il 7 settembre e ben presto
rassicurò il sultano degli intenti pacifici di Genova, ratificando il
trattato precedente. Tutte le operazioni militari si conclusero per il 30 ottobre
e l’accordo firmato e siglato “il 18 novembre, sulla spiaggia di
Tunisia, in località Cartagine, nella tenda del re …”, come scrisse
il notaio mandato per l’occasione. Il sultano dovette pagare una
indennità e dovette concedere condizioni favorevoli per la riapertura del
commercio con i mercanti genovesi. In cambio, Genova promise di non
partecipare mai più a raid armate contro la Tunisia. Durante il viaggio di ritorno, la flotta di Camilla fece
sosta a Trapani, dove fu colta da una violenta tempesta. Diciotto navi
affondarono e vi furono 4000 vittime. Nel 1282 Camilla fu nominato comandante di un piccolo
contingente di truppe: 200 uomini a cavallo, 300 uomini armati di lance e
200 arcieri, con lo scopo di porate la pace nel sud della Corsica.
Sinucello della Rocca, un proprietario feudale, scatenò una ribellione e
con i suoi uomini saccheggiò le terre. Camilla approdò a Bonifacio, il
porto più a sud della Corsica, di fronte alla Sardegna. Si diresse verso
nord a cavallo, scovando i ribelli, mentre le sue navi lo seguirono lungo
la costa. Dopo molte scaramucce riuscì a riconquistare le varie
fortificazioni che i ribelli avevano preso, mentre Sinucello fuggì in
continente. Ottant’anni dopo, Gentile Camilla, un lontano parente di questo nostro precedente eroe, proseguì con la tradizione familiare del comando della comunità. Essenzialmente Gentile fu un saggio amministratore e persona di grande equilibrio, “esempio tipico di aristocrazia nobile che sostenne la repubblica assicurando la sua continuità”. Nel 1466 fu nominato console della colonia genovese di Kafa (oggi chiamato
Feodosija) sul Mar Nero. Via terra, ci vollero quattro mesi per arrivarci.
I pirati turchi rendevano il viaggio via mare molto pericoloso. Vi governò
con successo per due anni, superando tante difficoltà. In seguito fu
nominato commissario in Corsica, a Massa e in ultimo a Lerici nel 1484 per
seguire la guerra tra Firenze e Sarzana. Nel 1492 era di nuovo in Corsica
come governatore. Vi fu anche un gruppo di Camillo in Toscana, alcuni dei
quali emersero abbastanza per essere ricordati nella storia dell’Italia.
Francesco Camilliani, conosciuto anche come Della Camilla,
era uno scultore famoso nato in Firenze nel 1530. Era imparentato con la
famiglia Gucci. La sua opera più famosa era una fontana
monumentale che finì per essere collocata a Palermo in Sicilia, in
piazza Pretoria. Suo figlio, Camillo Camilliani, divenne un architetto
importante. Si stabilì in Sicilia nel 1574 avendo avuto l’incarico di
dirigere gli uffici del restauro reale. Seguì tanti lavori in tutta la
Sicilia, compreso il restauro della fontana costruita da suo padre e il
restauro di molti castelli, fortezze, torri, chiese ed altro. Una presenza dei Camillo che va indietro nel tempo è stata
trovata in Spagna, nella chiesa di Nuestra Senora de la Antica in
Dalladalio, dove il 9 marzo 1579 è stato registrato la cresima di Juan
Camillo Angeli, figlio di Giovanni Camillo e di Maddalena degli Angeli.
Inoltre, a San Michele, il 21maggio 1671, è stato registrato la cresima
di Catalina Campo Camillo, figlia di Giovanni Campo e di Catalina Camillo.
Un certo Camillo Camilli, nato o a Siena o a
Monte San Savino, diventò famoso ai suoi tempi per le sue poesie e
le opere pubblicate a Venezia dal 1583 al1607. Più tardi visse a Ragusa,
in Sicilia, dove morì nel 1615. Del ramo proveniente dall’Abruzzo esistono delle tracce
registrate fin dal tredicesimo secolo. La famiglia allora si chiamava
“Camilli”, che è il plurale di “Camillo” ed è un cambiamento con
una certa logica. La famiglia aveva alcuni illustri avi, dotti nella
legge, ambasciatori della corte di Napoli. All’inizio del quindicesimo
secolo, la famiglia proveniente dall’Aquila acquisì un titolo
nobiliare, ma si perdono le tracce nella seconda metà del secolo. Soltanto nel 1753 ritroviamo le tracce con la nascita a
Beffi di Acciano vicino a l’Aquila di Francesco Saverio Camilli,
“di famiglia borghese, proprietari di terre, relativamente
benestanti". Fece studi classici, tipico delle famiglie intellettuali
dell’epoca e divenne decano di greco e di latino al collegio reale de
l’Aquila. Si recò spesso a Napoli che allora era la capitale ed era
sotto il dominio francese. Si occupò di questioni politiche come trovare
delle soluzioni ai problemi economici derivanti da una capitale borbonica
mostruosamente ricca, rispetto all’estrema povertà delle province. Si
batté tenacemente per la costruzione di strade nelle campagne e si lamentò
degli sprechi e dei lussi inutili dei governatori francesi nella capitale.
Fu un precursore delle future politiche di governo nel sud povero, il
cosiddetto “mezzogiorno”. Un certo Marcello Staglieno Camilla si distinse come
vescovo della città di Torino dal 1300 al 1319. Nel Dizionario Storico Blasonico delle famiglie nobili
italiane, vi è menzione di una famiglia Camilla, originaria del Lazio e
vissuta per un certo periodo di tempo a Roma. L’autore, G. B.
Crollalanza descrive accuratamente lo stemma: la corona formata da otto
grandi perle con solo cinque visibili, montate sopra un cerchio d’oro.
Questa presenza a Roma rafforza la teoria di una origine dall’antica
Roma di tutti i Camillo di oggi. Oggi a Roma si trovano settanta famiglie Camillo ed anche un gran numero di famiglie con dei variabili del nome Camillo come Camilli, Camilletti, Camillini, Camilloni, Camilleri, Camillucci et cetera. Questi nomi sicuramente derivarono dall’originale Camillo e rappresentano delle variazioni comuni: in Italia le finali “..etti”, “..ini” sono di solito dei diminutivi, indicando dei “Camillo piccoli”; le finali”..oni”, “..otti”: “dei grandi Camillo”; “..ucci”: “dei Camillo carini”; “..acci” “dei Camillo cattivi”. Contando tutti questi cognomi e in più quelli con delle variazioni costanti con due “m” o con uno solo “l”, il numero totale delle famiglie Camillo a Roma è di 667. Una concentrazione così elevata di Camillo a Roma fa pensare che, in effetti, la famiglia poteva aver avuto origine nella Roma antica, come abbiamo ipotizzato. Cliccare
qui per mappa di distribuzione dei Camillo in Italia I Camillo sono emigrati in molti paesi: 57 in Francia, 7 in Germania, 25 in Canada e 376 negli Stati Uniti d’America e naturalmente vi è una base solida in Australia come vedremo in seguito.
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