A Buddusò, i più anziani
ricordano ancora, un venerato pastore : Giovanni Bacciu Farris, figura
caratteristica di lavoratore probo, profondo, cristiano, al quale la lunga
esperienza e il senso pratico della vita, conferivano autorità, rispetto
ed ammirazione. Non era alto di statura, rude di carattere, forte come le
roccie granitiche che circondano il suo paese, onesto a tutta prova e
robusto come i tronchi del rovere e delle querele sughero delle sue
tanche. Possedeva tutte le virtù dell'uomo dei campi.
Con la sua probità, la
fatica e le industrie era riuscito a formarsi una posizione invidiabile.
« Nulla è impossibile all' attività» (1) dice
uno scrittore inglese, e «l'attività, afferma l'autore del Faust. è ciò
che fa felice l'uomo» (2). La moglie Maria Altana
Porcu era pure donna di soda pietà, di specchiate virtù, di vita
esemplare e di larghe vedute: sposa e madre esemplare, tutta intenta ad
educare la famiglia per cui sacrificava intiere le sue energie ed il suo
tempo, presiedendo
Essa sapeva per esperienza
che cosa vuol dire amare ed essere felice. Come tutte le donne sarde di
antico stampo, mai si dimenticava di essere madre, avrebbe cullato anche
la morte, se fosse venuta a dormire sulle sue ginocchie. Marito e moglie,
nell'isolamento del paese montano, nel clima piuttosto aspro, erano
cresciuti, avevano tratto dalle loro montagne la forza del carattere, si
erano mantenuti austeri, rudi e ornavano il modesto focolare con lo
splendore di una vita, virtuosa, cristiana. Entrambi si prodigavano a
far del bene con quella carità che, al dire di S. Agostino «si abbassa
verso gli uni, si alza verso gli altri, ora è mite, ora severa, nemica a
nessuno, madre a tutti».(1) Dei loro quattro
figli: due, Salvatore e Fedele, si dedicarono alla cura dei campi e degli
armenti; uno, Giuseppe, morì a Lucca durante il servizio militare; dei
due gemelli, Gaspare volò al Cielo appena nato, e Filippo, di cui ne
tracciamo la vita, fu chiamato da Dio al sacerdozio e morì vescovo. (1)
Sant'Agostino: De Chatech. - Rud. XV. I fratelli Bacciu
crescevano buoni e timorati di Dio, perché la loro genitrice, reclusa
nella sua casa come la monaca nel suo convento, ne stimolava, in mille
modi, lo sviluppo della ragione e l'anetto del cuore, specie col far loro
vedere le belle immagini sacre distribuite sulle pareti domestiche, con
farne comprendere il significato, e col far recitare qualche devozione
verso di esse. Ebbero quelle cure delicatissime che son per lo spirito,
come il latte per il corpo, l'alimento provvido che li faceva crescere
moralmente sani. E' volere della
Provvidenza che buoni figli nascano da pii genitori, per esser loro come
una benedizione celeste. Lo mostrò il Salmista in queste parole: «I tuoi
figli come novelle piante di ulivi, intorno alla tua mensa». I teneri virgulti delle
piante umane, se allevate all'ombra della croce, sotto le grandi ali del
perdono di Dio, crescono in sapienza ed età e felici, allietano delle
loro preclare virtù il santuario domestico, culla della società. « La famiglia, la casa
paterna è come una chiesa naturale, che raramente nega un conforto, e
prepara l'anima a consolazioni maggiori». Così un critico I tre fratelli superstiti:
Salvatore, Fedele, Filippo, vivevano nella loro casa senza paura, senza
invidia, senza finzioni, senza ambizioni, in una parola erano Una scrittrice inglese
dice che «un'infanzia felice è uno dei migliori doni che i genitori
hanno in loro potere di dare » l-camillo.com |