La Caletta Anche La Caletta cade nella categoria dei marina da evitare se uno non è proprio obbligato ad andarci per il maltempo. Rimane a soli 5 miglia a sud di Ottiolu, che al contrario è pieno di vitalità e fascino, ma La Caletta è anni luci lontana come attrattive per il diportista. Qui i pescherecci si sono accaparrati tutti i moli vicino al centro del piccolo paese di scarso valore turistico, che si sviluppa verso l’entroterra allontanandosi dal porto.
Gli yachts in transito invece, sono relegati dall’altra parte della baia, a circa un chilometro dal paese e sono graziati soltanto di un bar ed una edicola e per il resto il turista nautico deve fare tutto il giro a piedi sulla larga strada trafficata che costeggia i moli del porto: il deserto, spezzato soltanto dalla grande magnifica caserma della Guardia Costiera.
La soluzione per far entrare questo peraltro ottimo e capiente porto nel club del ricco turismo nautico, sarebbe facile: primo, spostare tutti i pescherecci e finti pescherecci all’altra parte del porto (avendo tutti i pescatori la macchina) e lasciar liberi i moli vicini al paese ad uso delle barche in transito (non avendo i diportisti la macchina). Secondo, allocare un’adeguata cubatura per la costruzione di locali commerciali, supermercato, bar, ristoranti ecc. lungo tutto il fronte porto, lasciando una passeggiata pedonale davanti e la strada per le auto alle spalle. Gli immensi spazi attorno al porto lo consentirebbero. Un decoroso arredo urbano per il resto del paese gioverebbe molto a tentare i turisti a passeggiare ben oltre il porto.
Porto Ottiolu Lasciata La Caletta, si arriva al primo vero porto turistico del vivace turismo nautico della Gallura, Porto Ottiolu (e siamo ancora nel nuorese), che ha tutte le carte in regola, essendo urbanisticamente valido, con i negozi ed eccellenti servizi ecc ed infatti, gode di ottima salute economica. ConclusioniLa tipica crociera attorno alla Sardegna attualmente ha tragitti medi di circa 30 miglia, che sono troppi per i velisti ed affrontabili solo dagli esperti più coraggiosi. Considerando che le barche a vela di media grandezza, dai 12 ai 14 metri, viaggiano a velocità di 5 nodi ci vogliono 6 ore per tappa. Questo lascia poco tempo per fermarsi tra un porto e l’altro per fare il bagno. Poi, quando arriva un forte vento contrario (e succede spesso), ci si può trovare in una situazione di pericolo nel buio della notte, senza un riparo. Le acque della Costa Smeralda invece, hanno un porto ogni 6 miglia, oltre ad una miriade di ripari naturali ed è per questo che le barche rimangono prevalentemente in quella zona. Volendo aprire il resto della Sardegna al diporto nautico ed al conseguente sviluppo economico, è necessario creare nuovi porti e riqualificare quelli esistenti. Non basta costruire solo un o due porti nuovi, che rimarrebbero delle catedrali nel deserto, ma bisogna chiudere il cerchio per consentire un flusso continuo di yachts che navigano in piena sicurezza tutt'intorno alla Sardegna. La produzione europea di barche di tutte
le misure sta crescendo in modo esponenziale (solo il cantiere francese
Jeanneau ne produce circa 5000 all'anno) e ovunque c'é grave carenza di
posti barca, quindi dei nuovi porti in Sardegna potranno trovare lavoro
tutto l'anno con il rimessaggio invernale e tutto l'indotto che esso
produce.
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