Il legame sardo
Come indicato
sopra, la Sardegna avrebbe svolto un ruolo importante nelle vite dei
componenti della famiglia di Dino Camillo ed è quindi ora di dare uno
sguardo ravvicinato a questa isola affascinante e ai suoi abitanti che
tramite il matrimonio avrebbero formato parte integrante della famiglia
Camillo. Un breve cenno storico della
Sardegna
Per capire gli abitanti di una regione è bene conoscere un po’ della loro storia. La Sardegna è una massa territoriale antica, forse la più antica di tutta l’Italia. Risale al periodo cambriano, circa 570 milioni di anni fa. Per via delle fluttuazioni del livello del mare dovuto a diverse ere di glaciazione, l’isola della Sardegna è stata a volte collegata con il continente.
Durante questi periodi, e cominciando circa due milioni di
anni fa, molti animali hanno attraversato il ponte formatosi tra la
Toscana, l’isola d’Elba e la Corsica, per poi attraversare quello che
ora viene chiamato le Bocche di Bonifacio, fino ad arrivare in Sardegna.
Ovviamente, nei periodi tra una glaciazione e l’altra, la Sardegna
tornava isola. Gli animali sono stati tagliati fuori dal patrimonio
genetico degli animali continentali e lentamente si sono evoluti in specie
sostanzialmente diverse dai loro antenati originari. E’ curioso
osservare che la tendenze era quella di una ridotta misura,
forse dovuto allo spazio ristretto e ad una alimentazione povera. Gli
elefanti della Sardegna (all’epoca c’era un clima tropicale) erano
grandi quanto un cane! Nel recente Pleistocene, e più recentemente
nell’Olocene, tra 10.000 e 20.000 anni fa, il primo uomo si è
avventurato attraversando lo stesso ponte che avevano attraversato gli
animali, venendo in seguito ugualmente intrappolato nell’isola. Oggi i
sardi, da un punto di vista genetico, sono diversi da tutti i popoli
continentali e sono, a tutti gli effetti, una razza a sé. La statura media dei sardi è piuttosto bassa e forse vi si può applicare gli stessi principi degli elefanti. Comunque, con più probabilità il fattore determinante potrebbe essere stato il terreno roccioso. Un centro di gravità più basso e quindi corpi più bassi potevano muoversi con maggiore agilità su questi terreni. Infatti, nelle pianure africane possiamo incontrare l’esatto opposto: corpi con gambe lunghe, abili nella corsa (forse per sfuggire ai numerosi predatori). Il popolo, assai scarso, che abitava la Sardegna tra il
1800 a.c. e il 200 a.c. è stato chiamato popolo nuragico. Abitarono
dimore costruite in pietra ed edificarono le caratteristiche torri coniche
(forse luoghi di riti religiosi o di osservazioni astronomiche) che si
incontrano ancora oggi su tutto il territorio. Conoscevano il bronzo e lo
utilizzavano per fabbricare i loro utensili. E’ probabile che il popolo
nuragico imparò ad utilizzare il bronzo, che si trovava in abbondanza
nell’isola, scambiando il materiale grezzo con gli etruschi che
abitavano il vicino continente. E’ stato un popolo che, in gran parte, viveva di
pastorizia. I metodi semplici si sono mantenuti inalterati per 3000 anni,
arrivando fino ai giorni nostri. Soltanto gli ultimi 10/15 anni hanno
visto delle innovazioni tecnologiche. Ancora oggi si può incontrare
qualche contadino che monta l’asino e fino a pochissimo tempo fa si
poteva osservare nei campi l’aratro di legno trainato dal bue! Una tribù nuragica, ben nascosta nella bellissima
“valle persa”, la Valle di Lanaittu, è sopravvissuta fino ai tempi
dei romani. La zona, ancora intatta con nessun altra costruzione fuorché
quelle primitive, si può visitare oggi. Due villaggi nuragici furono
costruiti in una enorme caverna naturale in un luogo inaccessibile, il
Monte Tiscali. Prima dell’insediamento il tetto di questa enorme caverna
era crollato fornendo luce e aria. La Sardegna è ricca di minerali: carbone, argento,
piombo, zinco e ferro. Ben presto si è sparsa la voce intorno al
Mediterraneo e popoli da lontano venivano in quest’isola alla ricerca di
minerali. I primi ad arrivare furono i fenici, un popolo di commercianti e
navigatori coraggiosi. I loro insediamenti risalgono al nono secolo a.c.
prima a Tharros poi a Caralis (Cagliari), Nova Sulcis, Turris Libyssonis
(Porto Torres), Terranova (Olbia) per
poi arrivare fino all’interno. Intorno al sesto secolo a.c. arrivarono i
cartaginesi, poi i greci e infine la conquista romana nel 238 a.c.
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