Un ritratto di Babbai e la sua auto, la prima di tutta la Sardegna L’altro personaggio formidabile fu Giovan Battista
Demelas, figlio di Anastasia Bacciu, consacrato prete nel 19..
Evidentemente non prese i voti di povertà perché fu uomo ricco ed
utilizzò i suoi beni per proseguire gli studi in archeologia. Andava in
giro in moto e fu uno dei primi a comprare un automobile in Sardegna,
cambiando spesso i modelli. Fu molto affabile, aveva buona cultura e amava
la musica. “Babbai”, come lo chiamavano affettuosamente in
famiglia, viaggiava spesso e non ha mai rinunciato alla sua vacanza
annuale alle terme di Montecatini. Fu di prezioso aiuto a Giacobba quando
si trovò sola dopo la
prematura scomparsa del marito ad allevare i figli. La sua passione per l’archeologia lo ha portato a compiere scavi nei siti nuragici alla ricerca delle origini del popolo sardo. Ha pubblicato molti saggi sulle scoperte archeologiche, otto libri a tema teologico ed una decina su itinerari turistici e archeologici. Lo stile di scrittura è molto bello e scorrevole e dimostra una profonda conoscenza della cultura e dell’uomo; meritano una ristampa perché ancora attuali e di estremo interesse. Vedi l’indice delle pubblicazioni.
La sua vasta collezione di reperti antichi, alcuni di
grande valore, vennero reclamati dai musei nazionali. Alla sua morte nel
19.. Babbai lasciò ai suoi eredi un vasto patrimonio culturale, compreso
la sua collezione privata di reperti. Ben consapevoli del valore
scientifico, gli eredi donarono tutto alla chiesa parrochiale insieme ad
una congrua sovvenzione per fondare un museo a nome suo. Gli anni
passarono e nulla fu fatto. Gli eredi allora decisero di revocare la
donazione e ne fecero uno nuovo al municipio. Purtoppo, il mostro della
burocrazia italiana colpì di nuovo spegnendo ogni buon intento civico e
di nuovo nulla fu fatto; anzi, peggio, questa volta la collezione sparì
misteriosamente. Uno dei pezzi più importanti della collezione,
un’anfora nuragica in bronzo, era in prestito al museo di Sassari e così
si salvò. Lì è rimasta e lì, fortunatamente, la possiamo sempre
ammirare.
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