8 La Storia dei Camillo


Rina Camillo

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Rina, la moglie di Dino, è una persona molto communicativa e generosa. Conquista all’istante le persone che incontra. Ha un gran senso dell’umorismo, abbastanza raro tra gli italiani, ed è sempre piena di scherzi per la delizia dei suoi nipoti. Da tempo hanno imparato a sospettare dei vasi di marmellata o dei barattoli di arachidi che casualmente si trovano sul tavolo di cucina chiedendo di essere aperti. Sono sicuri che qualcosa letteralmente salterà fuori. Ecco quindi l’ispirazione per una poesiola:

A Donna Rina piaceva scherzare, 
e sempre sempre si metteva a giocare.
Fin quando un giorno
Proprio a Melborno
in fumo la casa ha fatto precipitare.  

Lorenzo sapeva che sua madre era bellissima, anche a forza di sentire i tanti complimenti dei compagni di scuola. In seguito Lorenzo pensava che forse non era stato tanto obbiettivo perché era sua madre. Ma ora, guardando le sue foto con occhi più maturi e obbiettivi, può confermare che è stata una bellissima donna; e anche Dino è stato un uomo veramente attraente.

Il successo dell’investimento con i due negozi permise ai Camillo di visitare l’Europa nel 1952. E’ stato il primo di una lunga serie di astuti investimenti nel campo immobiliare, che diventerà l’attività principale di Dino. Jiannina, essendo ancora molto piccola, rimase con nonna Clelia, mentre il resto della famiglia partì con la nave per l’Inghilterra. Lì hanno comprato una automobile e hanno viaggiato attraversando il Belgio, la Francia, la Germania per approdare poi in Italia.

In questo periodo l’Italia stava ancora tentando di uscire dalle devastazioni della guerra. La diffusa povertà indusse molti giovani a cercare fortuna altrove. L’arrivo di Dino alla guida di una vistosa, e per allora, rara automobile, seguito da una folla di bambini scalzi ovunque andassero, probabilmente incoraggiò molti giovani ancora incerti a partire.

L’amico caro, arcivescovo Mannix, era riuscito ad organizzare una udienza con Papa Pio XII. Scesero a Roma insieme al neo sacerdote, Padre Armando (il fratello di Dino) e fecero anche un viaggio speciale a sud di Roma per visitare l’anziana madre di Santa Maria Goretti. In riferimento alla santità di sua figlia, la signora Goretti disse, “Me l’hanno fatta santa, ma avrei preferito che Maria fosse qui, oggi, viva”. Poi, prendendo la mano di Rina, le disse, “Sii molto vicina ai tuoi figli, devi essere amica loro e fare in modo che si confidano in te”. 

Le attività di Dino e Rina

Dopo aver venduto la frutteria, al suo rientro in Australia, Dino incominciò a costruire le tipiche case australiane fatte di legno con esterno in mattoni. Dovette imparare il mestiere del falegname per poter costruire le intelaiature in legno delle case. In seguito, incomiciò una attività di pavimentazione in cemento, all’inizio specializzando nella pavimentazione delle vie d’accesso delle case di periferia di cui c’era molta richiesta. Questa piccola impresa, con il tempo, diventò una vera e propria impresa di costruzioni, con circa venti operai provenienti dal Veneto che Dino aveva invitato in Australia dal suo paese natale. Negli anni, i Camillo hanno cambiato molte case a Melbourne: Prahran, Moorabbin, North Melbourne, Saint Kilda, Middle Park. Ogni volta Dino aveva costruito una casa nuova o ne aveva ristrutturato una vecchia. La situazione economica della famiglia andava sempre migliorando.

In una di queste avventure immobiliari, Dino aveva comprato un vecchio bar-latteria, lo aveva ristrutturato aprendo poi uno dei primi “espresso” bar tipo italiano, in Victoria street, chiamandolo Don Camillo. E’ stato un successo enorme tra la comunità italiana ed è diventato il luogo d’incontro degli italiani e delle celebrità in visita dall’Italia. Il carattere aperto e communicativo di Rina aveva contribuito al  successo del locale. Ancora oggi, in questo locale, si può ammirare il suo ritratto affrescato.

Dino incoraggiò i fratelli a venire in Australia ed è stato raggiunto da Tarcisio, Giovanni, Luigi e dalle sorelle Maria e Bertilla.

Tarcisio si unì a Dino nell’impresa di costruzioni formando i Camillo Brothers. Un cugino da Giavera, Beppi Crema, ne era il caposquadra. Questi tre formarono un gruppo di gran lavoratori e passarono di successo in successo.

Nel loro deposito in Martin street a Saint Kilda, vendevano anche sabbia e ghiaia. Il sabato, il giovane Lorenzo caricava questi materiali per guadagnarsi i suoi dieci scellini di paghetta settimanale. Ben presto l’impresa aveva anche iniziato una pavimentazione a terrazzo (pavimentazione a marmo lucido utilizzando frammenti di marmo provenienti dall’Italia). Importarono anche il primo machinario semi automatico per la costruzione di mattonelle. Produceva quattro mattonelle per volta; sorprendente per quei tempi. Questo nuovo metodo rivoluzionò il lavoro e cambiò le facciate di molti edifici della città di Melbourne.

Una curiosità interessante ci viene segnalato da un lettore americano, del primo "Camillo Bros", che risale al 1938, trovato in California negli Stati Uniti, di Bartie e Antonio Camillo.

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L’ultima residenza dei Camillo prima di far ritorno in Italia fu una proprietà sul lungomare al 312 Beaconsfield Parade, Middle Park. Era una casa vecchia che Dino ha ristrutturato ricavandone tre appartamenti. Sulla stessa proprietà ha anche costruito 21 piccoli appartamenti, perlopiù monolocali.

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