Ad Oschiri, oltre alla moltitudine dei soci, appartenenti
alle Società religiose, maschili e femminili, che andarono a riceverlo a
circa un chilometro dal paese, una grande quantità di bambini gli erano
di impedimento al procedere innanzi, poiché tutti lo volevano vedere,
toccare e ricevere carezze e benedizioni. Ad Ossida venne accolto con vivissima commozione, con
entusiastica gratitudine e con manifestazioni di filiale omaggio. Sebbene
a cavallo non poteva procedere innanzi che a grande stento, poiché gli
uomini prendevano la briglia della bestia impaziente e la fermavano. Ed ad Ozieri? Per gli Ozioresi, Mons. Bacciu era tutto:
Vescovo, padre, fratello, consigliere, guida, benefattore, nunzio di pace
ecc.. Ozieri era la sua patria di adozione, vi aveva dimorato più
che nel paese di origine, e gli ozieresi lo veneravano con un amore che
non aveva limiti. A Pattada il concorso fu si notevole che non ebbe
precedenti. Dovettero essere adibiti alcuni uomini a guardia della porta
della canonica affinché la calca del popolo non irrompesse dentro. Percorse, a piedi e a cavallo, il giro faticoso delle 24
frazioni del Comune di Buddusò, per vie impervie, difficili e pericolose. Fra le armonie della terra preparava gli animi alle
armonie del Cielo. Ad ogni sua comparsa, dalla folla si alzava un grido di
gioia, al quale succedeva profondo silenzio, non interrotto dal più
leggero mormorio, mentre i cuori si aprivano a riceverne la sua parola.
Con spirito di dedizione, calcava nuove vie per adempiere
il precetto di Gesù Cristo: « Predicate il Vangelo a tutte le creature» Sempre
mosso dal desiderio di far del bene al popolo, disperso nella solitudine e
tenace nel lavoro, non si stancava di far sentire la sua parola di pace e
di bene. A
questo popolo, umile, pio, solitario, parlava del comportamento di Gesù e
dei suoi genitori nel paese dove vissero. Gesù si scelse l’ambiente in
cui manifestarsi agli uomini e scelse la condizione umile dell’operaio,
anzi del modesto artigiano, in una fa miglia povera, seppure di sangue
reale. Conobbe dunque non la miseria, ma una dignitosa povertà e lavorò
con le proprie mani per guadagnarsi l’esistenza. E’ logico supporre
che trascorresse le ore del lavoro e libere, ne più ne meno come gli
altri coetanei, poiché per nascondersi veramente nella sua qualità di
figlio di Dio, era più utile farsi uomo qualunque in una qualunque
borgata, che non ritrarsi in una eccentrica solitudine. Il
buon Vescovo raccomandava ai frazionisti perché, irresistibilmente spinti
dal loro amore per Gesù a seguirlo, sentissero imperioso il bisogno di
imitarne anche la vita esteriore, ordinaria e naturale, vissuta dal Verbo
tra la folla anonima dei suoi compaesani, nell’umile borgata di
Nazareth. Il milite di Cristo continuava la sua via in mezzo a una
ghirlanda di roveri e di elci, tra una festa continua di alberi, tra un
succedersi di panorami chiusi dai monti che si profilavano tra le brume
lontane. In
ogni tappa veniva accolto con riverente affabilità, sempre salutato da
sparatorie a salve. L’assistenza ospitaliera, religione di amore e di
sacrificio, era veramente mirabile in quel romitaggio. I
frazionisti, celebri in tutta la Sardegna per la loro spontanea, cordiale,
squisita ospitalità, si sentivano più che felici quando, nelle loro
umili capanne potevano dar ricette al loro «grande amico», che non aveva
pretensioni. Quando
il tempo lo permetteva, celebrava all’aperto, sotto la cappa del cielo,
al rezzo degli alberi dorati dal sole, tra il canto degli uccelli, il
belato delle capre, il tintinnio dei sonagli ed il flebile suon dei
campanacci, dai battagli d’osso. Con
la più scrupolosa cura preparava l’altare su massi di granito, su muri
a secco, eretti negli spiazzi illuminati dal sole ed olezzanti di profumi
agresti di piante selvatiche e di erbe aromatiche. Al
tempo di Mons. Bacciu, nelle 34 frazioni, esistevano solo 3 modeste
chiese: una e Padru l’altra a Barchideddu e la terza a Sant’Elia. Solo
le prime due frazioni, avevano le chiese parrocchiali, ufficiale dai
rispettivi parroci. Ovunque
il Vescovo provava soddisfazioni morali e spirituali. l-camillo.com |